Il mutuo Inpdap 2016 prima casa è uno dei finanziamenti più convenienti. Il motivo di ciò risiede in un fatto semplice: è dedicato a una specifica categoria di persone, per giunta in grado di fornire garanzie di solvibilità piuttosto solide (i dipendenti pubblici).
Tutto ciò senza privare l’Inps, che ha inglobato l’Inpdap, dei meriti che gli spettano: in linea teorica, il suo compito si esaurisce nella erogazione delle prestazioni creditizie, ma ha deciso di porsi come fonte di finanziamento per i suoi iscritti, offrendo un servizio veramente utile.
Il rovescio della medaglia consiste in una possibilità di accesso molto bassa. I criteri infatti sono molto stringenti, e vanno oltre i classici ragionamenti – improntati alla prudenza – che le banche producono.
In primo luogo, chi spera di accendere un mutuo Inpdap 2016 prima casa deve essere o un pensionato o un dipendente pubblico. Nel primo caso, deve essere iscritto alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie e Sociali da almeno un anno. Nel secondo anno deve essere stato assunto con un contratto a tempo indeterminato.
A questi requisiti si aggiungono quelli tipici dei mutui per la prima casa. Infatti, né il contraente né i restanti membri del nucleo familiare possono essere proprietari di un immobile situato nei confini nazionali.
Valgono, però, due eccezioni: l’accesso è consentito a chi andrà a formare un nuovo nucleo familiare (se i futuri coniugi non sono proprietari) e a chi è sì possessore di un appartamento, ma in comproprietà con altre persone.
Cosa si può dire in merito ai tassi e ai costi del mutuo Inpdap prima casa?
La verità è proprio questa: almeno rispetto ai prodotti della concorrenza, i finanziamenti dell’Inps sono molto più convenienti. Ciò dipende da due fattori. In primo luogo, il numero degli aventi diretti è basso (dipendenti della PA e pensionati) a fronte di una liquidità comunque importante.
Ciò permette margini di manovra, anche dal punto di vista promozionale. Secondariamente, il rischio di insolvenza è minimo, dal momento che sia i pensionati che i dipendenti PA a tempo indeterminato sono due categorie che non corrono il pericolo di perdere il proprio reddito.
Come in tutti i mutui, anche in questo caso è possibile scegliere tra il tasso fisso e il tasso variabile. Nel primo caso, il tasso si attesta al 2,95%.
Nel secondo caso si compone sommando allo spread di 200 punti l’indice Euribor a sei mesi. Un problema è rappresentato dalla partecipazione attiva di istituti terzi: se l’Inps non possiede sufficiente liquidità si aggancia da altre banche e i tassi salgono.
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