Piano ammortamento alla francese illegale, come riconoscerlo? Analizziamo un caso concreto che ha colpito un consumatore italiano e sul quale si espresso il Tribunale di Bari. Lo scorso 29 ottobre il giudice Pietro Mastronardi ha fornito una sentenza sui mutui ritenuta da Adusbef “epocale”, in quanto applicabile alla maggior parte dei contratti del nostro Paese.
La sentenza riguarda un piano di ammortamento “alla francese”, ovvero in cui le rate sono costanti, composte dalla somma di quota capitale e da quella interessi, computate nella logica dell’interesse composto. Il caso in oggetto coinvolgeva una famiglia di imprenditori pugliesi, difesa dal vicepresidente Adusbef, l’avvocato Antonio Tanza. I magistrati hanno vagliato due mutui aperti a gennaio 1988 e a maggio 1989.
Piano ammortamento alla francese illegale. La consulenza tecnica ha dimostrato che la rata era computata con la formula dell’interesse composto che non era espressamente indicata dal contratto. Ciò ha indotto un incremento del costo effettivo del contratto derivate da un tasso effettivo maggiore a quello nominale. Al crescere delle rate aumentavano i costi del mutuo.
I clienti non avevano notato gli effettivi tassi di interesse sostenuti perché il tasso nominale annuo era differente da quello indicato in forma scritta nel contratto. Quello effettivo poteva invece essere dedotto esclusivamente dall’esame del piano di ammortamento. Al posto di un tasso del del 13%, sul primo dei mutui indicati in precedenza, i clienti sostenevano un tasso effettivo annuale del 14,276%.
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