Cos’è il mutuo chirografario? In quali circostanze può essere impiegato? Per molti “chirografario” è un termine che risulta piuttosto criptico, ma il suo significato è semplice: si tratta di un riferimento a un documento firmato.
È proprio questa la caratteristica fondante del mutuo chirografario. Si tratta, infatti, di un finanziamento non prevede la presenza di un’ipoteca, ma il solo impegno del debitore. È quindi una formula di accesso al credito molto diversa dal mutuo ipotecario.
Il mutuo chirografario assume il significato di “prestito personale”, qualora si realizzi per la soddisfazione di esigenze individuali. Una formula di accesso al credito più conosciuta al grande pubblico.
Il mutuo chirografario implica, di solito, l’erogazione di cifre piuttosto modeste e un piano di ammortamento dalla durata temporale contenuta. Si possono disporre finanziamenti fino a 30 mila euro, che implicano un periodo di rimborso non superiore a sei anni.
Le circostanze in cui è richiesto questo mutuo non giustificano gli oneri correlati all’iscrizione dell’ipoteca. Dobbiamo comunque considerare che il tasso di interesse applicato è superiore a quello di un comune mutuo ipotecario. Tassi che possono risultare variabili, fissi oppure misti.
Molto di frequente il mutuo chirografario è adottato per la realizzazione di opere a carattere straordinario eseguite su parti comuni condominiali, rispetto alle quali sarebbe impossibile applicare l’iscrizione ipotecaria. Il pagamento delle rate si produce con varie scadenze, dalla formula mensile a quella trimestrale, arrivano fino a rate semestrali (ipotesi tra le meno frequenti).
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