Mutuo chirografario tassi, meglio fisso o variabile?

Mutuo chirografario tassi: qual è la scelta migliore?

Il mutuo chirografario, per quanto riguarda la questione dei tassi, presenta le stesse problematiche dei mutui tradizionali. In questo caso, però, le rate generalmente sono pesanti perché meno ingente è il capitale – in media questo tipo di mutui coinvolge cifre più piccole. Di conseguenza, il problema dei tassi è meno pressante.

Per il resto, valgono le dinamiche classiche: il tasso variabile espone al rischio “imprevedibilità” mentre il tasso fisso preclude un abbassamento degli interessi in caso di contingenze economiche favorevoli. La scelta si dovrebbe basare sulle previsioni a lungo termine, che però sono difficili da compiere, soprattutto se l’economia si trova nel bel mezzo di una crisi.

Mutuo chirografario tassi caratteristiche: come incidono sugli interessi?

La differenza tra questo tipo di mutuo e quelli tradizionali è rappresentata dall’assenza di ipoteca. In sostituzione, il mutuatario può mettere sul piatto della bilancia la fidejussione del familiare o delle garanzie cambiarie (le quali possono coprire il 160% dell’importo dovuto).

Un’altra differenza riguarda l’entità del capitale. In genere il mutuo chirografario viene utilizzato per finanziamento ridotti, a tal punto che il tempo medio di restituzione raramente supera i cinque anni.

Ma se l’importo è piccolo, allora anche le rate lo sono (rispetto alla media) e, di conseguenza, pure gli interessi. Il tutto, ovviamente, in termini numerici (in termini assoluti non si registrano grosse divergenze)

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