Differenziale di tasso tra mutui italiani ed europei

Sebbene i tassi d’interesse dei mutui siano ormai ai minimi storici, quelli erogati dalle banche italiane sono ancora lontani dalle medie europee: infatti, nonostante l’evidente calo del differenziale di tasso tra mutui italiani e quelli europei registratosi negli ultimi anni, i tassi applicati ai nuovi mutui si confermano tra i più alti della zona Euro.

Le condizioni proposte dagli istituti di credito che offrono mutui in Italia paiono poco convenienti e propongono tassi ancora molto elevati, tanto da aver comportato la discesa del nostro Paese tra le ultime posizione della classifica europea sui mutui. Acquistare casa, si legge sul portale dedicato agli investimenti www.investire24.it, è decisamente più conveniente in Paesi come la Germania e la Francia in primis, ma anche come Spagna, Austria, Estonia e Lituania. In cima alla classifica spiccano i paesi scandinavi, ossia la Danimarca, la Norvegia e la Svezia, dove i tassi d’interesse applicati ai mutui si aggirano intorno a valori al di sotto dello zero.

Le compravendite, soprattutto a Stoccolma e Copenaghen, sono aumentate notevolmente (con conseguente indebitamento da parte dei cittadini), ma questa situazione attualmente florida potrebbe in futuro determinare il fenomeno della cosiddetta “bolla immobiliare”, fenomeno che in passato ha causato il tracollo del mercato finanziario americano.

Il divario del Belpaese con il resto dell’Europa è stabile?

In realtà questo ha iniziato a ridursi, ciò a partire dal 2012. Fino all’anno 2015/inizi 2016 si è registrato un graduale ma significativo calo: nell’ultimo periodo si è evidenziata una riduzione degli spread sui mutui a cui ha fatto seguito una politica finanziaria volta al rafforzamento delle misure della Bce, con lo scopo di supportare la ripresa economica.

Eppure, nonostante le manovre volte ad agevolare l’acquisto della prima casa, il maggiore problema dei mutui in Italia continua ad essere rappresentato proprio dallo spread bancario, ovvero il ricarico sui tassi di interesse che vengono comunemente applicati dalle banche come autotutela per assicurarsi il guadagno sul finanziamento.

In seguito alla crisi economica che ha coinvolto il nostro Paese si sono verificati ulteriori incrementi degli spread. Soltanto negli ultimi due anni si sono evidenziati i primi segnali di ripresa economica, i quali hanno finito per incidere anche sull’applicazione dei tassi di interesse stessi: questi, nonostante un leggero calo, si aggirano intorno a valori compresi tra il 2-3%.

Per quanto riguarda il tasso medio dei nuovi mutui finalizzati all’acquisto della prima casa, in Italia nel corso del 2015 la percentuale si è aggirata attorno al 2,20%, rispetto ad una media pari al 2,02% nella zona Euro. Il differenziale di tasso tra mutui italiani ed europei, anche se i tassi applicati ai mutui per l’acquisto di una casa si dimostrano in diminuzione, risulta ancora significativo: al momento i mutui dello Stivale risultano tra i più cari in Europa. Cosa determina questo divario, oltre alle condizioni ancora poco favorevoli? Un elemento a sfavore del mercato italiano è legato alla tipologia di garanzie richieste ai cittadini per ottenere i finanziamenti: mentre in un Paese come la Francia è sufficiente  la garanzia di una società di cauzione (a cui il cliente pagherà un premio inferiore rispetto alle spese catastali e notarili previste in Italia), in Italia le richieste di garanzia sono decisamente più inaccessibili e proibitive.

Per continuare il paragone con lo scenario europeo, oltre all’Italia anche l’Irlanda, la Slovacchia, la Grecia, Cipro e Malta stanno attraversando una fase difficile, con conseguenze anche sulle soluzioni di finanziamento offerte dagli istituti bancari: i tassi d’interesse dei mutui proposti da questi Paesi sono più elevati e sconvenienti rispetto a quelli italiani.

Cercare di riattivare l’economia e incentivare all’acquisto di un immobile da destinare ad abitazione principale mediante la richiesta di finanziamento richiederebbe un intervento delle autorità monetarie volto ad abbassare gli spread, riportando così i tassi di interesse applicati dalle banche italiane sui valori medi proposti dalle altre nazioni che fanno parte della zona Euro.

Mutuo per liquidità

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